Tecnica di accompagnamento alla crescita, per ragazzi ai confini tra la preadolescenza e l’adolescenza. Due psicologhe guidano i ragazzi in un percorso che usa il teatro come mezzo privilegiato di conoscenza ed espressione di sé, in cui i ragazzi scoprono il loro mondo interiore e si confrontano, nella dimensione ludica e positiva del gruppo di pari.
Incontri di un’ora, il lunedì pomeriggio ore 18.00, da ottobre a giugno.
L’intervento si rivolge a ragazzi che si trovano ai confini fra la preadolescenza e l’adolescenza; si tratta di una fase delicata in cui prendono avvio i cosiddetti “compiti evolutivi adolescenziali”, come vengono definiti da G. P. Charmet: la separazione emotiva dai genitori, l’integrazione del sé scolastico, l’inserimento nel gruppo dei pari, l’integrazione del sé corporeo e generativo, l’avvio della ricerca dell’identità.
Si tratta di compiti complessi che richiedono capacità di controllo dei moti pulsionali e di pensiero che in molti casi l’adolescente possiede solo in parte. Charmet afferma che l’adolescente non è in grado di “pensare i pensieri difficili e per questo ha bisogno degli amici” sottolineando con questo l’importanza del gruppo dei pari.
Partendo da questi presupposti, si ritiene che lo psicodramma possa svolgere un’importante funzione di accompagnamento alla crescita in particolare per quei ragazzi che hanno incontrato degli ostacoli nel loro percorso evolutivo. Il gruppo dei pari infatti è molto importante per l’adolescente (mentre la relazione individuale con un terapeuta è spesso difficile da tollerare) perché contribuisce a contenere le ansie, offre un rispecchiamento, fornisce accettazione e sostegno e la possibilità di apprendere nuove abilità sociali. In secondo luogo, lo psicodramma ben si combina con la naturale tendenza dell’adolescente di regredire dal piano del pensiero a quello dell’azione e, mediante i suoi dispositivi tecnici, come la costruzione della storia, la drammatizzazione, la tecnica del soliloquio e la riflessione in cerchio, consente all’adolescente di esprimere i propri conflitti interiori e di elaborarli con l’aiuto del gruppo e dei terapeuti.
Accompagnamento al percorso di crescita
Favorire l’espressione di pensieri, sentimenti ed emozioni
Sperimentare nuove modalità comunicative
Favorire lo sblocco di alcune problematiche riguardanti la scuola, la famiglia, relazione coi coetanei e con gli adulti
Lo psicodramma è una tecnica psicoterapica che nasce a partire dagli anni Venti ad opera di Jacob Moreno, medico austriaco. I concetti fondamentali sono rappresentati dall’importanza per l’individuo di recuperare spontaneità e creatività attraverso l’incontro con gli altri, l’interpretazione di ruoli diversi da quelli assunti abitualmente e la catarsi.
Negli anni Cinquanta gli psicoanalisti francesi D. Anzieu e S. Lebovici lo adattano ai procedimenti ed al mondo concettuale della psicoanalisi. Spariscono gli orpelli teatrali ed i richiami alla psico-sociologia e vengono realizzate importanti riforme: il palcoscenico viene sostituito da una stanza, il regista si pone in modo meno attivo e stimolante, fa parte del gruppo e lavora prevalentemente in coppia; viene introdotta l’interpretazione psicoanalitica. Lo strumentario psicodrammatico (l’inversione dei ruoli, il doppio, lo specchio, il soliloquio) vengono utilizzati con discrezione nell’intento di limitare al massimo le componenti di suggestione e manipolazione poiché la finalità del trattamento non consiste in una mera stimolazione dei meccanismi di scarica emotiva e di espressione fine a se stessa ma nella possibilità di una migliore comprensione delle proprie dinamiche inconsce.
Una seduta di psicodramma si svolge in tre sessioni: una prima fase di libere associazioni a partire delle quali si costruire una storia da rappresentare, la costruzione e la rappresentazione della scena e la riflessione finale in cerchio con la partecipazione di tutti e l’interpretazione dei terapeuti.
Accompagnamento alla crescita
Timidezza
Inibizioni della vita fantasmatica con problemi di mentalizzazione-verbalizzazione
Disturbi del carattere (con problemi comportamentali nella vita familiare, scolastica, iperattività, mancanza di concentrazione, comportamenti oppositivi)
Disturbi psicomotori (balbettamenti, tic, enuresi)
Somatizzazioni adolescenziali (cefalee, vomito, mal di pancia, svenimenti, ecc.)
Stati di inibizione e blocco progettuale
Tendenza al passaggio all’atto violento non controllabile dall’incontro coi i terapeuti e gli altri partecipanti
Comportamenti evidenti di attacco al gruppo o al terapeuta
Uso massiccio e rigido di meccanismi proiettivi (aspetti paranoici)
Una seduta di gruppo alla settimana della durata di un’ora da settembre a giugno, secondo il calendario scolastico per quanto riguarda le festività.
La verifica si svolgerà sia in base a considerazioni di processo e sia sulle risultanze del TMA (Test Multidimensionale Autostima di Bruce A.Bracken) che verrà somministrato ai ragazzi prima e dopo l’intervento.
Le terapeute: Gabriella Masotta, Loriangela Sena